"L’uomo nuovo" è caratterizzato dalla volontà di regalare la vita partendo dal perdono, da chiedere e da dare. Prima di tutto a se stessi.
La Perdonanza è un'esperienza di vita che consente a tutti di divenire persone nuove.Istituita da Celestino V nel giorno della propria incoronazione papale (29 Agosto 1294), la Perdonanza è la remissione completa di ogni colpa e di ogni pena, concessa a tutti coloro che riconoscono i propri peccati come un male, li confessano nel sacramento istituito da Cristo, visitando la Basilica di Collemaggio.La liberazione dal male, o colpa, e dalle conseguenze dei propri errori, o pena, viene indicata e donata come linfa di vita personale e sociale autentica.
La Bolla della Perdonanza aquilana
“Celestinus episcopus, servus servorum Dei, universis Christifidelibus presentes litteras inspecturis, salutem et apostolicam benedictionem. Inter sanctorum solemnia, S. Iohannis Baptistae memoria eo est solemnius honoranda, quo ipse de alvo sterilis matris procedens, fecundus virtutibus, sacris eulogiis et facundus fons, apostolorum labium et silentium prophetarum in terris Christi presentiam, caliginantis mundi lucernam ignorantiae obtectis tenebris, verbi preconio et indicis signo mirifico nuntiavit, propter quod eius gloriosum martyrium mulieris impudicae indictum, intuitu misterialiter est secutum. Nos, qui in ipsius Sancti decollatione Capitis, in ecclesia sancte Marie de Collemayo Aquilensi Ordinis S. Benedicti, suscepimus diademate, impositum capiti nostro, insigne, hymnis et canticis ac fidelium devotis dicta ecclesia precipuis extollatur honoribus et populi Domini devota frequentia tanto devotius et ferventius honoretur, quanto inibi querentium. Dominum supplex postulatio gemmas ecclesiae donis micantes spiritualibus sibi reperiet in eternis tabernaculis profuturas, omnes vere penitentes et confessos, qui a vesperis eisdem festivitatis vigilie usque ad vesperas festivitatem ipsam immediate sequentes ad premissam ecclesiam accesserint annuatim, de omnipotentis Dei misericordia et beatorum Petri et Pauli, apostolorum eius, auctoritate confisi, a baptismo absolvimus a culpa et pena, quam pro suis merentur commissis omnibus et delictis. Datum Aquile, III Kalendas octobris, pontificatus nostri anno primo”.
Dato all'Aquila, il 29 settembre del primo anno del nostro pontificato

Il Decreto della Perdonanza di Ferentino
Beatissimo Padre Salvatore Boccaccio, Vescovo di Frosinone - Veroli - Ferentino,
mentre manifesta verso la Santità Tua i suoi sentimenti di filiale devozione nonché (quelli) del clero e dei fedeli affidati alla sua cura pastorale espone con deferenza: Sorge in Ferentino una antichissima Chiesa sotto il titolo di S. Antonio Abate, da San Celestino V, prima che fosse innalzato al supremo Pontificato, nuovamente edificata e costituita sede primaria dell'Ordine religioso da lui fondato.
Inoltre in questa Chiesa è il sepolcro nel quale per primo fu deposto il corpo dello stesso Santo Pontefice, che in seguito fu traslato nella città dell'Aquila. Dopo che, nell'anno 1313, Celestino fu ascritto nell'albo dei Santi, da Clemente V, numerosissimi fedeli, fino ai nostri giorni, furono soliti accorrere per devozione alla Chiesa suddetta, per impetrare l'intercessione di San Celestino, che fu acclamato sin dai tempi antichi secondo celeste Patrono di Ferentino.
Affinché tuttavia i fedeli, attingano più copiosamente da quella pia devozione i frutti dì una carità spirituale verso tutti e di una gerarchica comunione con il Romano Pontefice e il proprio Vescovo, il suddetto Eccellentissimo richiedente implora per loro il dono dell'Indulgenza plenaria. E Dio, ecc.
Il giorno 12 ottobre 2001 La Penitenzieria Apostolica, accettando volentieri le richieste manifestate, con l'autorità ad essa conferita dal Sommo Pontefice, volentieri concede l'INDULGENZA PLENARIA, alle consuete condizioni (Confessione sacramentale, Comunione eucaristica, preghiera secondo l'intenzione dei Sommo Pontefice), da lucrarsi dai fedeli che, escluso ogni affetto verso qualunque peccato, piamente si faranno visitatori della suddetta Chiesa partecipando colà a qualche sacra celebrazione, o per lo meno recitando devotamente la preghiera del Signore ("Padre Nostro" n) d r.) e il simbolo della Fede ("Credo " n. d. r.).
A) Nei giorni 19, 20 e 21 maggio, nei quali si celebra liturgicamente la nascita al cielo di Celestino V e la deposizione del suo corpo
B) Tutte le volte che, per devozione vi fossero in quel luogo molti pellegrini
C) Una volta l'anno nel giorno scelto liberamente da ogni singolo fedele.
Il presente sia valido in perpetuo nonostante qualunque cosa in contrario
Willelmus Card Baum Penitenziere maggiore
Giovanni Maria Gervais officiale
Qui il testo in latino
perdonanza.pdf
Origine e significato dell'indulgenza qui
La Porta Santa è un simbolo caratteristico del cammino dell'uomo verso l'incontro con Dio, una porta attraverso cui passare, aperta dall'amore di Dio e dal potere spirituale della Chiesa, solo in uno speciale tempo di grazia: i giorni della Perdonanza.
La Porta è un immagine, che, facendo parte dell'esperienza umana, è particolarmente ricca di richiami e significati: essa rappresenta un luogo di transito, una strettoia che separa due spazi diversi, un momento di iniziazione, di passaggio dal fuori al dentro. Quando è aperta, la porta è invito alla partecipazione, è strumento di comunicazione; quando è chiusa, è barriera di difesa e esclusione. Chi attraversa la Porta Santa proclama visibilmente la propria volontà di lasciare alle spalle le tenebre e di entrare nella luce.
Chi la attraversa sinceramente, intende annullare il proprio passato di peccato e vuole entrare definitivamente in comunione con gli uomini redenti, con i Santi. Chi non l'attraversa rimane fuori dalla festa.
La Porta Santa è aperta temporaneamente, per il tempo di grazia dei Giubilei e della Perdonanza, e poi viene chiusa, perché l'uomo è invitato ad approfittare dei tempi di grazia senza rimandi. La grazia di Dio non è a disposizione di chi la ignora.
La porta che si chiude è anche simbolo del termine della vita, unico tempo disponibile per rispondere agli inviti di Dio. Cristo ha detto "io sono la porta".
E' Lui la Porta Santa attraverso la quale "passare", assumendo definitivamente i suoi stessi sentimenti, le sue scelte, le sue decisioni. Chi vuole entrare per questa porta deve umiliarsi, riconoscendo in verità la propria miseria e confidando sempre nella misericordia del Padre di Gesù che ci perdona.
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